Ferragosto: Pensieri Per un Giorno di Festa di Mezza Estate

Ferragosto: Pensieri Per un Giorno di Festa di Mezza Estate

Mi chiedevo che ci azzecca poi il giorno “di ferie” per eccellenza - Ferragosto appunto - con “noi” che viviamo di agricoltura.

In effetti - penso soprattutto agli allevatori - in stalla bisogna andarci comunque: la mandria è lì, aspetta di essere nutrita e accudita oltre munta. Loro (le vacche) non sanno che gli umani amano fare festa, specialmente in alcuni giorni del calendario…

Magari in questo giorno limitiamo il lavoro all’essenziale, a quegli interventi che in ogni caso sono necessari per il benessere degli animali e per la produttività dell’azienda. Il resto - tutto il rinviabile - lo lasceremo al giorno dopo…

“Oggi il Ferragosto è diventato una sorta di “capodanno” della società del tempo libero, che ha abolito le stagioni, perché si è emancipata dalla natura, per vivere di sole due stagioni, quella del lavoro e quella, appunto, del tempo libero” ci ricorda Marino Niola, professore di Antropologia e esperto di studi sociali sulla dieta mediterranea.

In realtà questa festa è profondamente connessa al mondo agricolo, anche se nel sentire comune ha perso il significato originario. La “Feriae Augusti” - letteralmente il riposo di Augusto - era una festività romana istituita dall’imperatore Ottaviano che nel 18 a.C. dichiarò festivo tutto il mese di Agosto.

Questo era il periodo che coincideva con il termine dei pesanti lavori agricoli, dopo i quali veniva concesso un po’ di riposo a chi aveva coltivato la terra in modo assiduo nei mesi precedenti, e poteva quindi godere i frutti del lavoro svolto. Ovvio, in quel tempo non c’erano fabbriche e capannoni, autostrade e traffici come li conosciamo ora. Ma se tanti sono convinti che il riposo delle ferie agostane derivi da contrattazioni e conquiste sindacali, si ricredano.

La loro origine è semplicemente e assolutamente legata al mondo contadino e agreste.

La nuova festa - “Feriae Augusti” - si aggiungeva alle già esistenti festività che avvenivano nello stesso mese, la più importante delle quali cadeva il 13 ed era dedicata a Diana, dea patrona del mondo agro-pastorale, delle fasi della luna e della maternità; altre ricorrenze festive di questo mese erano i Vinalia rustica e i Consualia (in onore del dio Conso), che celebravano i raccolti e la fine dei principali lavori agricoli.

Agosto per l’antico mondo romano era un mese festaiolo e l’usanza tutta moderna delle ferie non è una invenzione recente ma viene da lontano.

L’importanza che l’agricoltura rivestì per secoli nel suolo italico fece sì che i festeggiamenti venissero mantenuti nei secoli successivi. A metà agosto l’Italia agricola era sempre in festa: gli stessi animali utilizzati per i lavori nei campi (cavalli, asini e muli) in quel giorno godevano della giornata di riposo, ripuliti e bardati a festa con dei fiori. Nel giorno di Ferragosto i lavoratori ricevevano una mancia dal padrone, gratifica che nel Rinascimento venne resa obbligatoria per decreto pontificio e questo fa pensare che anche l’attuale tredicesima possa essere una moderna derivazione da questa consuetudine.

E così, se nel giorno di Ferragosto si mangeranno piatti tipici un po’ ovunque, dalla caponata di melanzane tipicamente siciliana alle frittole di maiale calabresi, dalla pastasciutta al sugo di papera che è cavallo di battaglia dell’Umbria, agli zitoni di Ferragosto, tipica pasta caratteristica della Costiera Amalfitana condita con pomodori freschi e secchi, dal coniglio all’ischitana tipico dell’Isola del Golfo di Napoli alle lumache di Belluno, fino al piccione arrosto in Toscana, solo per fare degli esempi, è merito di una festa agricola antica che celebrava i raccolti e la fine dei principali lavori in campagna.

Alla fine, dopo tante parole, non mi resta che condividere l’attesa e l’augurio per una giornata di festa meritata, prima di tutto, da chi lavora la terra e vive di agricoltura.

Se anche non possiamo “chiudere a chiave” stalle e campagne (come si può fare con una fabbrica, un ufficio o un negozio) abbiamo meritato il riposo e la rilassatezza che ci prepara alle prossime fatiche autunnali.

Ma ancor di più il mondo agricolo (il “settore primario”, detto dai più arguti) merita rispetto e riconoscimento per la sua importanza, per le sue tradizioni e origini che sono alla base di tanti momenti della vita moderna; non solo dal punto di vista economico, ama anche sociale e culturale.

Buona festa a tutti. 

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